Alcuni casi di studio

Casi di Studio

  1. Il caso della sig.ra S.  - lesione iatrogena dell'uretere e segni di idronefrosi omolaterale di secondo grado.

    La sig.ra S. fu ricoverata presso l’UO di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale O.  per un Carcinoma di basso grado dell’ovaio dx carcinoma mucinoso borederline e cistoadema dell’ovaio dx e sottoposta ad intervento chirurgico di Laparoscopia operativa: washing peritoneale e annessiectomia monolaterale destra, isterectomia radicale tipo B, linfoadenectomia pelvica e para aortica, omentectomia tota, durante il quale le fu lesionato l’uretere sinistro. 

    Successivamente a causa quindi della rottura dell’uretere sinistro e della sintomatologia conseguente, la paziente vide prolungare il suo ricovero allo scopo di effettuare tutte le indagini del caso e le terapie necessarie. Successivamente le vennero diagnosticato, a mezzo TAC segni di idronefrosi omolaterale di secondo grado. 

    Nel periodo successivo alle dimissioni la paziente costantemente affetta da algie addominali e lombari si sottoponeva alle necessarie indagini di controllo, in virtù delle quali era possibile evincere come il quadro clinico determinato dalla rottura iatrogena dell’urtere sinistro rimaneva sostanzialmente immutatoIn seguito la paziente dovette subire altri tre interventi chirurgici durante quattro ulteriori ricoveri. 

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  1. Il caso del sig. T. - lesione iatrogena  sub-occlusiva della coronaria interventricolare anteriore -risarcimento.

    Il sig. Giuseppe T. si rivolse al Pronto Soccorso dell'Ospedale di V. per la comparsa di una toracoalgia. Il giorno seguente fu trasferito presso la Cardiologia Emodinamica dell’Ospedale di P. dove fu sottoposto a coronarografia con riscontro di lesione sub-occlusiva della coronaria interventricolare anteriore, per cui fu tentato PTCA su IVA; successivamente si sottopose, in  presso il Policlinico S., ad intervento cardochirurgico di ventricolo plastica con patch di pericardio bovino e duplice by-pass aorto coronarico.

    La dissezione iatrogena della coronaria con occlusione del vaso in corso di angioplastica, secondo i più noti riferimenti letterari è una complicanza piuttosto rara( <l%), coinvolgente nella maggior parte dei casi la coronaria destra e più raramente il tronco comune e la discendente anteriore.

    Nel caso del nostro assistito, in fase di compilazione del verbale operatorio relativo alla coronarografia e successiva angioplastica la lesione vasale in IVA viene descritta come: “lesione sub-occlusiva al tratto medio. coinvolgente il tratto prossimale del secondo ramo diagonale” che così detta non sembra ricalcare i canoni di una lesione non usuale quali, come già specificato, quelle calcifiche, eccentriche lunghe e tortuose, peraltro l’insorgenza della dissezione coronarica, già di per se raro come evento, a maggior ragione in questo caso è da attribuirsi all’imperizia dell'operatore, il cui operato non sembra privo di censure anche nel prosieguo e completamento della manovra, a tal punto che nel verbale operatorio non vi è traccia che in seduta stante dopo aver provocato la lesione iatrogena, sia stata valutata l`entità della stessa in ordine ad eventuale insorgenza di successiva ischemia e/o instabilità emodinamica. allo scopo di effettuare eventuali manovre e/o procedure di riapertura del vaso.

    I successivi risvolti clinici come aneurisma ventricolare sinistro in coronaropatia bivasale, sembrano deporre molto probabilmente per una mancata manovra di riapertura in seduta stante del vaso interessato. In ogni caso la rara possibilità di insorgenza di detta complicanza (<1%) considerando tutti i casi previsti dalla letteratura le moderne metodiche di prevenzione del rischio con cui lo stesso viene eseguito. e l'elevata frequenza con cui si esegue questo tipo di intervento. rendono la procedura individuabile come routinaria. tanto da considerare imperito l'operato di chi durante la sua esecuzione cagiona lesioni di tipo iatrogeno.

     

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